La Carta di Identità elettronica (CIE) è la fisiologica evoluzione del documento d’identità cartaceo, per anni uno dei documenti più falsificati in Europa, che porta con sé importanti innovazioni e possibilità impensabili per il suo “antenato”.
Brevemente, la CIE non è altro che un documento di riconoscimento in formato card rilasciato dal Ministero degli Interni, per il tramite delle amministrazioni comunali, avente la finalità di dimostrare l’identità del titolare del documento stesso. Nella creazione della CIE sono stati utilizzati i più evoluti standard di sicurezza e anticontraffazione disponibili, in particolare inchiostri speciali ed avanzati elementi di sicurezza, un chip a radiofrequenza contenente i dati del titolare, l’immagine digitale della foto del volto e le immagini di due impronte digitali. Ai fini di assicurarne l’immutabilità ed impedirne la contraffazione, tutti questi dati sono firmati digitalmente dal Ministero dell’Interno e resi pertanto immutabili e leggibili solo da enti autorizzati.
La grande novità rispetto al passato è che la CIE è strumento di riconoscimento sia nel mondo reale che nel mondo digitale, in quanto consente al cittadino di autenticarsi ed accedere presso i siti delle PA. Quest’ultima possibilità non è mai stata particolarmente considerata in passato, dato che per concretizzarla era imprescindibile il possesso di un lettore, da collegare al PC, ove inserire la CIE, in maniera analoga a quanto avviene nei processi di firma tramite smart card.
Ora però è disponibile, sia per Android che per iOS, l’App CIEid, che sfrutta in pieno la tecnologia NFC, sempre più spesso integrata negli smartphone in commercio (non necessariamente di fascia alta). In altre parole, se si è dotati della CIE .0 (quella senza banda ottica sul retro) basterà avvicinare la CIE al lettore NFC del proprio smartphone, il quale nei fatti sostituisce il lettore contactless indispensabile fino a pochi mesi fa.
Trattasi quindi di un enorme passo in avanti per questo strumento forse sottovalutato, ma che grazie a questa recente miglioria è destinato a contendersi con lo Spid lo “scettro” di strumento principe in materia di identificazione digitale, soprattutto grazie all’enorme impulso offerto dal “Decreto Semplificazioni” 76/2020 che, a decorrere dalla data del 28 febbraio 2021, impone l’accesso ai siti della PA esclusivamente tramite CIE, Spid o CNS.
Fonte: fisco9.it