Contributi a fondo perduto partite IVA, il decreto Sostegni conferma l’estensione anche ai professionisti con cassa. Dai requisiti alle regole per il calcolo dell’importo spettante, facciamo il punto delle novità contenute nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 22 marzo 2021.
Contributi a fondo perduto anche per i liberi professionisti: il testo del decreto Sostegni conferma l’estensione anche alle partite IVA iscritte a casse private di previdenza.
Dai requisiti alle regole per calcolare l’importo spettante, analizziamo di seguito a chi spetta e come fare domanda per il nuovo contributo a fondo perduto.
Il testo del nuovo decreto economico legato all’emergenza Covid-19 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 19 marzo 2021. Il testo approdato in Gazzetta Ufficiale del 22 marzo 2021 conferma le novità sui contributi a fondo perduto già diffuse negli scorsi giorni.
L’estensione anche ai professionisti è una delle innovazioni più rilevanti, rispetto ai precedenti contributi a fondo perduto. I titolari di partita IVA iscritti a casse private entrano per la prima volta nella platea di beneficiari del bonus riconosciuto dall’Agenzia delle Entrate.
In parallelo, il decreto Sostegni implementa la dotazione finanziaria per l’esonero dal versamento dei contributi, riconosciuto in favore di professionisti ed autonomi. Si completa così il pacchetto di misure a sostegno della categoria.
Per i contributi a fondo perduto riconosciuti ai professionisti con Cassa, così come alla generalità delle partite IVA in possesso dei requisiti, l’obiettivo è arrivare al pagamento entro 20 giorni, a partire dall’8 aprile 2021 e comunque entro la fine del mese.
Contributi a fondo perduto per i professionisti, dai requisiti al calcolo: novità nel DL Sostegni
I professionisti così come la generalità delle partite IVA potranno fare domanda all’Agenzia delle Entrate se l’importo medio del fatturato o dei corrispettivi mensili del 2020 è inferiore almeno del 30% rispetto allo stesso dato del 2019. Il limite massimo di ricavi o compensi per poter ottenere il fondo perduto dovrebbe essere fissato a 10 milioni di euro.
Anche il contributo a fondo perduto dei professionisti sarà calcolato secondo il meccanismo a “scaglioni”, abbandonando la logica del bonus di importo unico per tutti previsto dal Reddito di ultima istanza.
Nello specifico, l’importo spettante verrebbe calcolato in base alla differenza tra l’importo medio di fatturato e corrispettivi del 2020 rispetto al 2019, secondo le seguenti percentuali:
- 60% in caso di ricavi e compensi non superiori a 100.000 euro;
- 50% in caso di ricavi e compensi superiori a 100.000 euro e fino a 400.000 euro;
- 40% in caso di ricavi e compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro;
- 30% in caso di ricavi e compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro;
- 20% in caso di ricavi e compensi superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.
L’importo massimo spettante non potrà superare i 150.000 euro
Per le partite IVA che hanno avviato l’attività dal 1° gennaio 2019, non è richiesto il requisito della perdita di fatturato; in tal caso, per calcolare la media sulla quale applicare le percentuali di cui sopra, bisognerà considerare i mesi successivi alla data di apertura della partita IVA.
A chi ha avviato l’attività dal 2020, invece, sarà riconosciuto l’importo minimo di 1.000 euro (2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche).
Anche i professionisti con Cassa dovranno presentare domanda all’Agenzia delle Entrate. Il decreto Sostegno non chiama in causa le Casse private di previdenza, ma affida alla nuova piattaforma Sogei il compito di accogliere le istanze.
Contributi a fondo perduto per i professionisti, il decreto Sostegni è la volta buona
Equità, celerità, semplificazione ed immediatezza sono i principi che hanno guidato il lavoro del MEF per la messa a punto del decreto Sostegno.
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Il decreto Sostegni risponde alle istanze degli iscritti a casse private, in favore dei quali è esteso il meccanismo dei contributi a fondo perduto. L’importo spettante potrà essere richiesto a pagamento diretto ovvero utilizzato in compensazione per il versamento delle imposte.
Fonte: money.it